I SUOI 30 ANNI DA ALCOLISTA

Tempo fa, lessi su Vanityfair un articolo inerente all'alcolismo, o meglio, vi erano dei pezzi di storia di un uomo, un'alcolista anonimo, il quale ha spiegato come ha fatto ad uscire e sconfiggere la sua dipendenza dall'alcol.

"Se non fosse stato per le lacrime di mia moglie e per la caparbietà del mio medico, non mi sarei salvato all’alcol. Ne ero dipendente da quando avevo 20 anni, e lo sono stato per una trentina. All’inizio la bottiglia era stata una piacevole compagna di viaggio: bevevo con gli amici, durante il fine settimana. L’alcol mi aiutava a vincere la timidezza e a risultare più brillante, in società e con le donne. Il mio fisico reggeva bene.
Poi l’alcol è diventato il rifugio dove nascondevo i miei problemi. Avevo un’ambizione sfrenata, sul lavoro: mi proponevo obiettivi irraggiungibili, e se non li raggiungevo mi sentivo profondamente deluso. Bere mi aiutava. E quando la bottiglia ha cominciato a dominarmi, sono diventato un alcolista.Non importa quanto e cosa bevi, ma quello che ti succede quando hai bevuto: è alcolismo quando non si riesce a smettere, quando il primo bicchiere tira il secondo, e così avanti. Senza riuscire a scegliere. È come un fiammifero lanciato sulla benzina.
Da giovane avevo una tolleranza fisica elevata, ma a mano a mano che passavano gli anni, meno alcol produceva lo stesso effetto. Lavoravo ancora, ma è facile immaginare come. Ho iniziato a collezionare fallimenti. Spaccavo macchine, sprecavo denaro, mettevo a rischio la relazione con la mia famiglia. E non ascoltavo quelli che provavano a consigliarmi di darmi una regolata: mi alteravo, non sopportavo le loro parole.
L’alcol mi serviva per superare l’ansia, la timidezza e le frustrazioni, ma all’alcol delegavo anche i momenti che potevano essere felici: se andavo a una festa, se celebravo una ricorrenza, se partecipavo a un matrimonio prendevo in mano il bicchiere e non lo mollavo più.
Mia moglie è stata l’ancora di salvezza. Ha sopportato tutti i dolori che le ho dato, e con una resistenza eroica è rimasta con me. Ha parlato al mio medico, che ha provato a farmi ragionare. Io negavo e lui mi ha messo alle strette prescrivendomi una serie di esami: i valori del fegato erano tutti alterati. “E’ il caso che si faccia aiutare”, mi ha detto.
Così, sono entrato nella Alcolisti Anonimi, e da quella sera non ho più bevuto. Ho capito che cosa mi stava succedendo, grazie alle persone del gruppo. Sapevano di che cosa stavano parlando, avevano provato loro stessi, avevano esperienza."

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